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Térésah e le radici piemontesi del Futurismo

Soprannominato “Caffeina d’Europa” Filippo Tommaso Marinetti nacque ad Alessandria d’Egitto da padre piemontese originario dell’Alessandrino ed è proprio al genitore che attribuisce la tenacia e la forza sanguigna che gli permisero di fondare nel 1909 il movimento del Futurismo, una delle prime avanguardie europee, incentrato su velocità, progresso, azione e coraggio. Una miccia accesa che rinnegò gli ideali romantici dei predecessori, eppure le origini letterarie di Marinetti lo videro dedicare alcuni dei suoi versi più importanti proprio a una donna di cui era perdutamente innamorato, Corinna Ubertis.

Nota con lo pseudonimo di “Térésah”, la Ubertis fu una delle più celebri firme letterarie femminili in Italia nella prima metà del Novecento, annoverata nell’Atlante delle scrittrici piemontesi dell’Ottocento e del Novecento. Icona di un’epoca della storia di Torino, Térésah esordì come poetessa poco più che ventenne dando alle stampe la sua prima raccolta nel 1895 prima della famosa Échanson dedicata al chiaro di luna di Marinetti. L’amore tra i due fu travagliato e non si conoscono le ragioni della rottura, ne derivò però un dolore che forse spiega la spinta del Futurismo a dimenticare il passato e i sentimenti.

Le tracce di Térésah negli scritti di Marinetti sono molteplici, vanno dai versi de L’aeroplano del Papa al romanzo di ambientazione africana Mafarka il futurista; lo scrittore non mancò di apprezzare artisticamente Térésah annoverandola tra i migliori poeti europei. È cercando questi versi dal significato nascosto che possiamo ritrovare anche qualche riferimento allo scenario che faceva da sfondo a questa storia d’amore: la campagna e le colline che si estendono dall’Alessandrino fin verso l’Oltrepò pavese.

Scopriamo l’amore per Marinetti nei confronti della poetessa di origini piemontesi Térésah questa settimana su Rivista Savej!