Re incontrastato degli aperitivi italiani, iconico in Italia e nel mondo, il Campari non ha certo bisogno di presentazioni. Ma dov’è nato lo storico bitter dal color rosso rubino? A Novara? A Milano? E Torino cosa c’entra? Per scoprirlo bisogna indossare i panni di Gaspare Campari, giovane garzone interessato di erboristeria impiegato presso i più famosi caffè torinesi. Nato nel 1828 Gaspare si era spostato nella capitale sabauda dal piccolo borgo di Cassolnovo – oggi in provincia di Pavia ma all’epoca in provincia di Novara. Dalla Bottiglieria Bass al Cambio Campari affina la sua capacità e conoscenza dell’arte dell’infusione e dei vini aromatici e si costruisce una famiglia torinese.
Tutto pare andare per il meglio finché moglie e figliolette muoiono, probabilmente a causa del colera. Solo e affranto Campari decide così di spostarsi a Novara; sarà una parentesi nella sua avventura umana e imprenditoriale. Risposatosi con Letizia Galli, originaria di Milano, e con la nascita dei primi figli i due decidono di spostarsi nel capoluogo lombardo aprendo un locale prima in via Rastrelli, poi sotto al medievale coperto dei Figini, infine nella moderna Galleria Vittorio Emanuele II inaugurando un’impresa di enorme successo che porterà la sua bevanda in tutto il mondo. Gaspare Campari muore a Milano nel 1882 lasciando al figlio Davide la guida dell’azienda.
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