I Walser sono i protagonisti di una lunga storia di sopravvivenza e spirito di adattamento. Grazie al loro strenuo ardimento i Walser riuscirono a trasformare l’inospitale mondo delle alte Alpi in un luogo abitabile sfidando l’altitudine e il clima impervio della montagna. Negli ultimi secoli di medioevo i Walser hanno fondato oltre 150 insediamenti sparsi tra Francia, Italia, Principato del Liechtenstein, Austria e Germania, un territorio così ampio da poter essere denominato “Alpi Walser”. La loro singolare vicenda di colonizzazione oggi viene vista come un fenomeno “rurale” di dimensione europea, eppure le origini di questo piccolo popolo colonico sono ancora avvolte in una grande zona d’ombra.
Che la loro discendenza sia alemanna o sassone – queste le attuali teorie in essere derivanti dagli studi sulla parlata walser – si sa con certezza che il loro arrivo sul versante italiano e attorno il massiccio del Monte Rosa è avvenuto a partire dalla fine del XII secolo. Formazza, Rimella, Macugnaga, Alagna, Rima e Carcoforo sono solo alcuni degli insediamenti permanenti che fondarono durante le varie fasi di espansione. Oltre al prezioso repertorio linguistico tramandato – un linguaggio tedesco arcaico, chiuso tra le montagne e privo di influenze – uno degli aspetti più interessanti della civiltà dei Walser è l’architettura della casa. L’impiego del legno e della pietra locali, le tecniche costruttive e la disposizione interna della Stube, vero cuore delle abitazioni, rendono le case Walser un esempio concreto di adattabilità architettonica.
Le antiche origini dei Walser questa settimana su Rivista Savej!