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I balmetti, dove la montagna respira

Incastonati tra la Serra morenica e le prime cime della Valle d’Aosta sull’antica Via francigena i balmetti di Borgofranco d’Ivrea a prima vista non sembrano un luogo così diverso dal normale ma ci appaiono come una semplice fila di piccole case addossate l’una all’altra. Eppure la loro storia è tutta da scoprire e non è certo un caso se questa piccola località sarà la base di partenza per la tappa n. 13 del Giro d’Italia in partenza venerdì 19 maggio.

La prima caratteristica che rende i balmetti un luogo speciale è dovuta alla conformazione geologica: le rocce su cui sono stati costruiti sono l’antica testimonianza di un ghiacciaio che ritirandosi creò, migliaia di anni fa, una rete di anfratti tra un masso e l’altro rinfrescati da una corrente continua di aria a temperatura costante, intorno ai dieci gradi d’estate come d’inverno. Un’ottima soluzione per la conservazione di vino, formaggi e salumi visto che l’intera area, seppur bonificata in tempi medievali, era originariamente paludosa. Le prime tracce scritte di queste “cantine naturali” risalgono al XVII secolo ma è solo successivamente che nasce la seconda peculiarità dei balmetti.

Tra il XVIII e il XIX secolo piccoli cortili nascono davanti ai balmetti, con tavoli e sedie per godersi vino e spuntini, le vie assumono nomi goliardici (via del Buonumore, via della Coppa, vico di Bacco) e quelle che un tempo sono state semplici cantine diventano un luogo di festa e di ebbrezza. A partire dal 1862 fino alla Grande guerra l’attività di un birrificio nato proprio accanto ai balmetti segnerà un’epoca d’oro per la località che oggi vede i primi timidi segnali di ripresa dopo lunghi anni di semi-abbandono.

Ci addentriamo tra le caratteristiche vie dei balmetti di Borgofranco d’Ivrea questa settimana su Rivista Savej!