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Alba e i suoi caffè

Negli anni Cinquanta e Sessanta, nonostante le ferite fisiche e sociali della Seconda guerra mondiale, la città di Alba visse intensi anni di rinascita non solo economica ma anche culturale. Grazie a importanti personaggi albesi – tra questi Beppe Fenoglio, Pietro Chiodi, Don Bussi, Pinot Gallizio – e ad alcuni istituti la “capitale” delle Langhe rifiorì sotto ogni punto di vista. Molte delle idee, dei pensieri politici, delle opere letterarie e artistiche di queste figure presero vita nei caffè di Alba, luoghi di ritrovo di ogni classe sociale.

Il Caffè Calissano, fondato a metà Ottocento in un palazzo quattrocentesco nel cuore pulsante della città, riuniva uomini e donne di cultura, di politica e di sport nel corso del Novecento. Era considerato il locale dei signori dove si gustavano pranzi squisiti e si bevevano i migliori vini delle Langhe. Diverso il caso del Circolo Sociale dove professionisti, piccoli imprenditori e alcuni intellettuali partecipavano a manifestazioni culturali di vario genere organizzate da soggetti e associazioni locali. Fu in questo locale che Fenoglio, negli anni appena successivi alla fine della guerra, inaugurò il primo recital di poesia.

Tuttavia il locale maggiormente frequentato dal “partigiano scrittore” negli anni Cinquanta era il Caffè Savona, punto di incontro per produttori di uve e di vino, commercianti e rappresentanti delle varie anime della società cittadina, anche quelle più umili. La sua storia è strettamente intrecciata con quella della oggi famosissima Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. Facciamo un tuffo nei caffè storici di Alba questa settimana su Rivista Savej!